Focus su Europa
e Medio Oriente

^{STATE OF THE PHISH 2024: EUROPA E MEDIO ORIENTE \}^REPORT

Focus su Europa e
Medio Oriente

Il report State of The Phish di quest’anno è stato condotto tra 7.500 lavoratori adulti e 1.050 professionisti dell’IT in 15 paesi.

Questa sintesi si focalizza sui seguenti Paesi:

Francia
Germania
Italia
Paesi Bassi

Spagna
Svezia
Regno Unito
Emirati Arabi Uniti

Data l’ampia gamma di lingue, culture e livelli di maturità digitale, abbiamo riscontrato variazioni significative tra le varie regioni e tra gli otto Paesi coperti in questa sintesi. La regione è diversificata dal punto di vista geografico, culturale ed economico. Ma per almeno un aspetto la regione mostra una certa uniformità. Gli utenti nella regione sono stati i più numerosi (76%) ad ammettere di aver compiuto un’azione pericolosa rispetto alla media globale (71%). Tuttavia, la percentuale di persone che ha dichiarato di sapere che l’azione intrapresa comportava dei rischi è stata del 95%, ovvero solo 1 punto percentuale in meno rispetto al dato globale.

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A livello nazionale, l’86% degli intervistati degli Emirati Arabi Uniti ha ammesso di aver compiuto un’azione pericolosa, la percentuale più elevata tra tutti i Paesi partecipanti al sondaggio. Le aziende degli Emirati Arabi Uniti hanno anche riportato il numero più elevato di attacchi di spear-phishing andati a buon fine, mostrando uno stretto collegamento tra sensibilizzazione degli utenti e livello di sicurezza. Tuttavia, gli Emirati Arabi Uniti hanno registrato il numero più elevato di utenti (62%) che considerano la sicurezza una loro responsabilità rispetto alla media globale (41%).

Gli utenti in Svezia sono stati i meno numerosi ad affermare che la sicurezza sia una loro responsabilità. Ciò è in linea con il numero superiore alla media di utenti che intraprendono azioni pericolose (82%) in Svezia.

Responsabilità in materia di sicurezza (Europa e Medio Oriente)

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I professionisti della sicurezza nella regione considerano il riutilizzo delle password il comportamento più a rischio. Sfortunatamente, la condivisione e il riutilizzo delle password sono il secondo comportamento più comune tra gli utenti. Ma ci sono alcune buone notizie per i team della sicurezza: l’accesso a siti web inopportuni è l’unica altra azione tra le loro prime cinque ad apparire anche tra i comportamenti più adottati dagli utenti.

^Posizione	^{Comportamenti a rischio (secondo i professionisti della sicurezza)}	^{Comportamenti a rischio (secondo gli utenti)}
1	Riutilizzo o condivisione delle password	Utilizzo di dispositivi professionali per attività personali
2	Clic su un link o download di allegati provenienti da uno sconosciuto	Riutilizzo o condivisione delle password
3	Caricamento di dati sensibili su cloud di terze parti non approvato	Collegamento in un luogo pubblico senza utilizzare la VPN
4	Divulgazione di credenziali d’accesso a fonti non affidabili	Risposta a un messaggio (email o SMS) inviato da uno sconosciuto
5	Accesso a siti web inappropriati	Accesso a siti web inappropriati

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Ma perché gli utenti compiono azioni pericolose? Il risparmio di tempo è stata la risposta più comune, seguita a ruota dalla comodità. Nel Regno Unito, la comodità è in prima posizione e il risparmio di tempo al secondo posto, con un maggior numero di intervistati britannici che cita la comodità più di chiunque altro.

Motivi per cui gli utenti compiono azioni pericolose

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Gli utenti in Europa e Medio Oriente spiegano chiaramente perché compiono azioni pericolose. Ma cosa li motiverebbe ad anteporre la sicurezza? Come a livello globale, la maggior parte ha menzionato la semplificazione della sicurezza come la motivazione più efficace e le azioni sanzionatorie come le meno motivanti.